L'Ostetrica Libera- Febbraio 2012
Di solito funziona così, quando si
scopre che svolgi la libera professione come ostetrica, che hai uno studio e
che non dipendi da un ospedale come la maggioranza delle college, sorge
spontaneo sui visi delle persone uno sguardo perplesso e la domanda “Ma sei
rimasta disoccupata?”.
La cosa ancora più disarmante è
l’espressione che si crea quando a questa domanda si risponde: “No, sono
libera, ho deciso che avrei voluto
essere un'ostetrica perché mi sono innamorata di tutto quello che l'ostetrica
sa, sa fare, sa essere ed è. L'ostetrica ha a cuore il benessere e la tutela della salute della donna,
del bambino e della famiglia nella sua globalità. Oggi è la figura
professionale per eccellenza più vicina alla donna nel percorso della maternità,
nonché in altri momenti del suo percorso di salute come la fertilità, la
conoscenza del proprio corpo e delle proprie risorse nei periodi di passaggio e
di cambiamento delle età.
L’ostetrica si occupa in piena
autonomia e responsabilità del benessere fisico e psichico della
donna-coppia-famiglia in tutto il percorso evolutivo (nascita, infanzia,
adolescenza, maturità, gravidanza, menopausa, terza età).
Più concretamente svolge consulenze
contraccettive alla donna-coppia, educazione sanitaria e sessuale dall’età
adolescenziale, assistenza e controllo della gravidanza, puerperio e
allattamento, assistenza in ambito ginecologico e consulenze in climaterio e
menopausa, il tutto rispettando sempre la centralità e la decisione della
donna-coppia-famiglia che si rivolge a lei.
L’ostetrica
Libera Professionista svolge tutto questo in un ambiente il più possibile
confortevole e famigliare diventando un punto di incontro di tutte le
generazioni, passate e future.”
Cuore in Pancia- Aprile 2012
All’origine si è due
in uno. La vita del bambino inizia come vita di coppia e incomincia molto prima
della sua nascita. Non per nulla i Cinesi contano l’età di una persona
dall’epoca del suo concepimento.
Noi occidentali invece ci dimentichiamo spesso dei nove mesi che precedono il nostro ingresso nel mondo. Eppure essi rappresentano un periodo di fondamentale importanza per la vita di ogni individuo. Il bambino è già tale quando è ancora nell’utero materno ed è proprio lì che si pongono le basi del suo futuro sviluppo. L’utero è la prima “casa” del bambino, il suo primo mondo dove vive e assorbe tutte le emozioni materne: ansia, paura, tristezza ma anche gioia e tranquillità.
Noi occidentali invece ci dimentichiamo spesso dei nove mesi che precedono il nostro ingresso nel mondo. Eppure essi rappresentano un periodo di fondamentale importanza per la vita di ogni individuo. Il bambino è già tale quando è ancora nell’utero materno ed è proprio lì che si pongono le basi del suo futuro sviluppo. L’utero è la prima “casa” del bambino, il suo primo mondo dove vive e assorbe tutte le emozioni materne: ansia, paura, tristezza ma anche gioia e tranquillità.
Ecco perché da tempi
immemorabili nelle culture tradizionali di tutto il mondo si raccomanda alla
donna incinta di vivere la gravidanza con calma, serenità, circondandosi di
bellezza e di armonia e di essere accompagnata lungo tutto questo percorso da
professionisti che promuovono la salute.
Se per il bambino i
nove mesi nell’utero sono un periodo di “costruzione”, per la donna, il tempo
dell’attesa è un momento privilegiato, un’occasione speciale che le viene
offerta per guardare dentro di sé e prendere contatto con la sua interiorità,
con la parte più profonda del suo essere. E anche a volte per sciogliere nodi
del proprio passato. Cogliere questa opportunità e viverla fino in fondo può
portare doni inaspettati.
Per questo motivo è
importante che i corsi prenatali producano empowerment,
accoglienza, sostegno, diano forza, potenzino le capacità e creino le
condizioni per scelte informate, permettendo alle persone di prendere
decisioni, tenendo conto della pluralità di fattori che incidono sul proprio
benessere e sulla propria performance.
Perineo cuore intimo femminile- Giugno 2012
Che cos’è il
Perineo? Molto spesso se ne sente parlare e oggi proviamo a conoscerlo un po’
meglio.
Esso si
offre alle letture più ampie: parte delicata, vulnerabile, ma anche forte e
potente, portale verso il mondo, base dell'autostima, con funzioni di apertura,
ricettività e dono di sé e come di chiusura, contenimento, autodifesa ed energia.
Molto spesso
viene considerato la “Cenerentola” delle donne, ma in realtà è la nostra
“Principessa” e come tale dobbiamo dedicarle attenzione e il giusto rispetto
che merita.
È quella
parte del corpo che si appoggia sulla sella della bicicletta.
E' come
un'amaca, agganciata lateralmente alle ossa del bacino, posteriormente al sacro
e anteriormente al pube e sostiene gli organi quali utero, vagina, vescica e
retto.
Se il muscolo perineale è ben allenato, gli organi sono ben sostenuti, in caso contrario tendono a scendere.
Un campanello d'allarme per la salute del nostro muscolo perineale, è la perdita di urina durante un piccolo sforzo come tossire o ridere.
Se il muscolo perineale è ben allenato, gli organi sono ben sostenuti, in caso contrario tendono a scendere.
Un campanello d'allarme per la salute del nostro muscolo perineale, è la perdita di urina durante un piccolo sforzo come tossire o ridere.
Il perineo,
infatti, ha la grande funzione di
controllare i nostri sfinteri: uretrale ,vaginale
e rettale.
Le tre
funzioni principali del perineo sono:
• controllo
sfinterico
• sostegno
degli organi pelvici
• sessuale
Come vedete
il perineo è anche molto importante nella vita di relazione e anche di quella
di coppia e sessuale. La sua mancata tonicità, elasticità e risposta allo
stimolo potrebbero compromettere questa sfera della vita.
Quando
compaiono problemi come incontinenza, cistiti ricorrenti, prolassi, difficoltà
sessuali, dolori mestruali, alcuni tipi di stitichezza è possibile che i
muscoli del perineo siano in difficoltà perché troppo rilassati o troppo in
tensione.
Il Perineo è
la sede della femminilità, della sessualità e della maternità, presenta una
complessa interazione con lo stato psico-fisico-emotivo e con i vissuti
soggettivi, è pertanto strettamente correlato allo stato d’animo, al carattere,
alla postura, allo stile di vita, alle gravidanze, alla vita sessuale, al tipo
di lavoro, all’età…
Ecco alcune semplici domande:
-
Perdi la pipì sotto sforzo o a riposo?
-
Sei stata operata all’utero?
-
Hai partorito da poco?
-
Sei in gravidanza?
-
Fai molto sport e molti esercizi per gli
addominali?
-
Fai un’attività molto sedentaria o al contrario
molto faticosa?
-
Hai dolore in vagina durante i rapporti
sessuali?
-
Hai perdita di liquidi dalla vagina dopo
l’immersione in acqua?
-
Hai difficoltà nel trattenere i gas intestinali,
le feci e gli assorbenti interni?
-
Soffri di emorroidi?
-
Sei stitica,
malgrado un adeguato apporto di liquidi e una dieta ricca di scorie?
Una Nuova Primavera- settembre 2012
La parola “menopausa”
deriva da due parole greche: men, che
significa mese e pausis, che si
riferisce alla cessazione, alla fine di un evento. Questo termine fu coniato
dal medico francese Pierre de la
Gordanne intorno al 1820, basti pensare che si parlava già di menopausa
all’epoca di Ippocrate, nel 400 ac.
Tra le donne moderne,
nel XXI secolo, c’è un forte desiderio
di conoscere e di diventare protagoniste attive della propria menopausa, così
come possono esserlo state per la loro gravidanza e parto.
Fino a dieci anni fa
nessuno parlava mai della menopausa: era una parola tabù, una sorta di vergogna
da occultare; le donne nascondevano il loro invecchiare per paura di essere
“tagliate fuori” dalla vita.
Oggi, la società
occidentale investe molto nella giovinezza e nella bellezza femminile, perciò
la menopausa, a volte, è vissuta come un declino o una perdita di posizione
sociale. Questa situazione ha come diretta conseguenza quella di escludere le
donne in menopausa dalle strutture sociali, proprio in un momento in cui hanno
maggior bisogno di attenzione, salute e sostegno.
Navigando su internet,
massimo mezzo di comunicazione nei giorni nostri, si assiste ad un’abbondante
fioritura di informazioni su siti, più o meno scientifici, dedicati a questo
periodo di passaggio delle donne. Purtroppo questi siti sono caratterizzati da
ondate di messaggi spesso contradditori e molto spesso da disinformazione. Così
che le donne devono fare appello alla propria saggezza interiore per
attraversare questa delicata, ma fisiologica, fase della vita nel miglior modo
possibile, limitando i danni.
Spesso si vive questo
periodo con ansie e paure, spaventate da un’informazione allarmistica che ne
mette in luce solo gli aspetti negativi e patologici.
In realtà la Menopausa
altro non è che un passaggio fisiologico , un momento di ri-nascita e di
cambiamento e non è una malattia!
Come donna e
soprattutto come Ostetrica ho il compito di offrire alle donne in menopausa un’alternativa
alle sole cure medico-farmacologiche e la possibilità di andare oltre.
Offrire loro sostegno,
conoscenze, competenze, dare un senso e stimolare la creatività sono gli
obiettivi specifici, finalizzati ad accrescere la capacità di adattamento.
Attraverso corsi e incontri
individuali è possibile creare uno spazio sociale per la menopausa che fa
conoscere e valorizza i nuovi contenuti della vita matura, una nuova bellezza e
forza di spirito perché tutte le donne possano vivere la loro Nuova Primavera,
riconoscere la loro saggezza e soprattutto che trovino in coraggio di darle
voce!
La Gravidanza è una malattia? - Novembre 2012
Il Test è
positivo: è in arrivo un bebè!
In un
attimo si è invasi da sentimenti ed emozioni opposte: gioia, ansia, paura,
felicità…sul viso scende una lacrima… compare un dolce sorriso.
Poi, in un
attimo, la realtà prende il sopravvento e si pensa “devo prenotare la visita
dal ginecologo”.
Perché
rivolgersi ad un medico chirurgo?
La
gravidanza è forse una malattia che deve essere “curata” da un medico?
La
gravidanza è un periodo privilegiato, speciale, indimenticabile della vita di
una donna. E’ un momento ricco di cambiamenti, di adattamento e di conoscenza.
Il corpo si trasforma, la mente e il cuore fanno spazio, pian piano, alla
creatura che si sta formando nel grembo materno. Nei nove mesi la madre, il
padre e il piccolo bebè cominciano a conoscersi, imparano a comunicare… nasce
l’AMORE!
La
gravidanza è una condizione per la quale il corpo femminile è preposto dalla
natura. Siamo dotate di un utero che è in grado di trasformarsi e raggiungere
le dimensioni giuste per ospitare un nuovo, piccolo essere umano.
Noi donne
siamo dotate di un corpo perfettamente in grado di affrontare questi
cambiamenti e siamo perfettamente in grado di accogliere e assistere a questi
cambiamenti.
Dov’è la
malattia in tutto ciò?
Perché si
ha così paura che “qualcosa vada storto”? Perché si teme tanto un evento del
tutto naturale? Perché questo accanimento ad eseguire tanti, troppi esami e
tante, troppe ecografie invece di fidarsi delle sensazioni delle donne e dei
loro bambini?
La
gravidanza è SALUTE, E’ AMORE, E’ ASCOLTO, E’ CREDERE IN SE STESSI, E’
FAMIGLIA, E’ ISTINTO, E’ TENEREZZA,E’ LENTEZZA, E’ SICUREZZA, E’ MORBIDEZZA, E’
LUCE CHE SCALDA I CUORI, E’ LIBERTA’ DI SCELTA… E come tale deve essere
assistita, accolta e accompagnata in tutto il suo percorso in un ambiente
intimo e naturale, da persone competenti e professionali che non dimentichino
che le donna, il padre e che il piccolo cucciolo d’uomo che si sta sviluppando
sono al centro dell’assistenza e non il contrario.
Garantire
un percorso che sia differente, che crede nella potenza e nell’istinto della
donna.
Un
percorso che dia gli strumenti giusti per far emergere le capacità innate di
ogni donna e madre di ascoltare il proprio bambino, di comunicare con lui e di
creare un vero e indissolubile legame.
Un
percorso che non abbandoni, che non lascia sole le donne, le famiglie durante
il parto e dopo la nascita, ma che sia sempre presente, un punto di
riferimento.
Un
percorso che informi in maniera onesta per garantire una scelta. Scegliere
richiede tempo, strumenti, sostegno e accompagnamento. Scelta è sinonimo
di forza e potere, di esperienza ed
emancipazione: una donna, una coppia e una famiglia emancipata fa paura!
Il modello
medico appoggia, al contrario, la non scelta: è rappresentato da chi dice alla
donna-coppia “adesso ci penso io, tu affidati a me, non pensarci e stai
tranquilla”.
Il primo
bivio è proprio questo: la delega o la scelta, seguire la corrente o porsi
delle domande.
In una
parola, l’alternativa alla non scelta potrebbe essere l’ostetrica.
L’ostetrica
è una figura professionale orientata alla salute, al benessere della triade,
all’interesse della donna, è un punto di riferimento per mamma, papà e bambino.
L’ostetrica
garantisce la continuità dell’assistenza, un sostegno che guida alla conoscenza
e al rispetto dei processi di trasformazione propri della gravidanza.
L’ostetrica
ascolta, crea lo spazio necessario alla donna per aprirsi alla presa di
coscienza delle sue percezioni più profonde così da aumentare la consapevolezza
per poter essere in grado di capire “dove sono, cosa voglio e di che cosa ho
bisogno”.
L’ostetrica
è riconosciuta come una professionista incaricata e responsabile che lavora in
COLLABORAZIONE con le donne per dar loro
il necessario sostegno, assistenza e consulenza durante la gravidanza, il
travaglio, il parto e il post-parto. Questa modalità di assistenza include:
misure di prevenzione, promozione, individuazioni di possibili complicanze per
permettere l’accesso alle cure mediche specialistiche, ma solo in questo caso,
perché se no, che motivo ci sarebbe?
Il
cambiamento è possibile, dove la donna lo voglia veramente per vivere in
maniera serena e naturale la propria maternità.
Perché la
gravidanza NON E’ UNA MALATTIA!
Evviva La Pappa- Gennaio 2013
Lo
svezzamento rappresenta, nella nostra società, un momento non privo di
incertezze, dubbi e ansie. Ogni madre si chiede fino a che punto il suo latte
sarà sufficiente per far crescere il figlio senza che “gli manchi nulla”, quale
cibo dovrà offrirgli per primo… sarà troppo presto? Sarà troppo tardi?
In Italia lo
svezzamento è un modello abbastanza rigido e sono pochi i genitori che si
“arrischiano” a proporre qualcosa di diverso dal classico pappone: un brodo
vegetale con verdure frullate a cui aggiungere carne, pesce, l’olio
extravergine d’oliva e il parmigiano.
Lo
svezzamento non è solo un cambiamento di alimentazione, ma investe anche il
quadro emozionale che tocca intimamente sia la madre che il bambino in tutta la
sua ambivalenza. E’ un luogo di confine e per questo è molto importante la
gradualità che permette al bambino e alla madre di ritrovarsi nel nuovo, di
fare un passo avanti per poi, magari, tornare indietro. Riconoscersi, prendere
fiducia, ritrovare radici per poi riavventurarsi con più sicurezza lungo la via
della scoperta.
Svezzare
origina dal termine latino “togliere il vizio” e, nel nostro caso, il vizio è
rappresentato dalla suzione del latte materno. Nella lingua italiana il termine
“vizio” esprime con forza tutto il significato negativo di cui è connotato. Per
vizio si intende una cattiva abitudine che bisognerebbe riuscire a perdere,
come il vizio del bere, di fumare, mentre le buone abitudini sono “virtù”, che
vanno coltivate e lodate.
Davvero
l’allattamento al seno è un “vizio” da togliere al più presto?
Le
raccomandazioni OMS-UNICEF sconsigliano alimenti diversi dal latte materno
prima del sesto mese compiuto.
Spesso si
legge che durante lo “svezzamento” i genitori “propongono” determinati cibi con
l’aspettativa che vengano “graditi”; tuttavia così facendo si mette al centro
il genitore/pediatra/nonna/amica di turno e non il bambino e le sue necessità.
Non bisogna dimenticare che mangiare è un istinto che abbiamo tutti e il passaggio
dal latte ai solidi è un traguardo che raggiungiamo tutti, indipendentemente da
quello che vogliono/fanno i genitori o i parenti.
Tenendo
questo a mente, a che pro affannarsi a seguire una tempistica scelta arbitrariamente?
E se
provassimo ad ascoltare, ad aspettare che l’interesse al cibo parta del nostro
bambino?
Questo
interesse si dimostra quando il bambino prende ATTIVAMENTE parte ai pasti dei
“grandi” arraffando quello che gli capita sotto mano e che gli sembra interessante
per poi portarlo alla bocca e farci … boh… qualcosa. La tavola viene condivisa
da tutti, grandi e piccini. All’inizio i più piccini saranno solo spettatori,
ma sicuramente immagazzineranno molte informazioni vedendo i genitori che
“giocano” a questo strano gioco dove si mettono le cose in bocca per poi farle sparire.
Perché non
proviamo a fidarci delle competenze delle mamme e dei loro bambini?
Basta un po’
di fiducia in noi stessi e nei nostri figli; dopo tutto se “svezzare” un
bambino fosse davvero così difficile, ci saremmo estinti ben prima dell’arrivo
dei vasetti dall’etichetta rossa o blu.